Ricamare relazioni.

Prima le relazioni si cuciono, e poi ci si ricama sopra. Come nella vita, e anche alla soglia dei 40, si possono cucire relazioni nuove, tessere i fili di nuovi rapporti, intrecciare parole e pensieri per conoscere l’altro, diverso da noi, con la sua personale valigia. Sto cucendo relazioni con persone che hanno una valigia piena, carica di passioni piccole e grandi, e su questo adesso stiamo iniziando anche a ricamarci su. Metafora della vita il cucire e il ricamare. Ieri sera, “pieno luglio” a casa della Monica, con Chiara, Luisa, Francesca e Dunia, dopo i soliti squisiti dolci di benvenuto, ci siamo messe a ricamare come le signore di una volta. Abbiamo iniziato con il diritto filo, perché ogni progetto deve partire diritto diritto, con il piede giusto, come le fondamenta di una casa, altrimenti poi la casa crolla. Abbiamo tagliato il tessuto a misura di ciò che ognuno voleva realizzare, poi abbiamo deciso cosa volevamo ricamare e dove. L’obiettivo era il punto cordoncino: prima si fa un’imbastitura che serve a dare spessore al ricamo, poi “si esegue da sinistra a destra, puntando l’ago in maniera verticale, prendendo sempre due fili di tessuto in verticale e spostandosi ad ogni punto di un filo orizzontale”. La Monica ci ha distribuito le sue perle di saggezza “non si può iniziare un lavoro se non basta il filo e non si conosce il numero del colore…” e noi, assetate di consigli, giù a cucire, a testa bassa, in alto i pensieri…ago e filo, filo e ago. Non abbiamo imparato a ricamare, ma abbiamo studiato la pazienza. Abbiamo fatto un’immersione nella lentezza della pazienza, nel passare del tempo e restare fermi, nell’aspettare senza correre. E abbiamo imparato più del ricamo. Il mio progetto è un astuccio in tela di cotone a righe rosa ed ecrù, su cui vorrei ricamare la “o” di olivia e un uccellino. Poi ci sono quadretti, sacchetti porta tutto e un altro astuccio. Quando saranno ultimati, ve li mostrerò, con grande orgoglio.