
Dopo quasi 90 giorni di
stampellitudine mi sento effettivamente un tutt'uno con i due famigerati attrezzi, adesso per fortuna diventati uno solo, che mi accompagnano sempre e ovunque, sostenendomi, dandomi equilibrio e stabilità. Più difficile, però, mi sarebbe stato pensare che anche mia figlia mi vedesse così: un'entità unica, una cosa sola e inscindibile, una
mamma con la stampella. Quando ho visto questi disegni, infatti, dove per inciso quello a sinistra con la faccia tutta nera, che si suppone essere la barba, è il suo babbo, sono rimasta. I due disegni al centro e a destra, sempre a detta di Olivia, rappresentano me, in tutto la mia completezza, compresa di bastone che mi fa da supporto. I bambini vivono nel presente, diversamente da noi adulti che siamo sempre attaccati al passato o proiettati nel futuro. Nel presente di Olivia e nel mio, senza la stampella io non sono io. La mamma vive con la stampella, la porta ovunque (o è lei che porta me?), la sposto da una stanza all'altra quando sono in casa. Nel futuro prossimo (tra una settimana spero), per Olivia ritornerò subito una mamma
senza, ma per me rimarrò sempre un po' a metà, con la stampella dentro. Quando poi, con il tempo, avrò davvero dimenticato, questi disegni rimarranno appesi in cucina a ricordarmi com'ero. Per non dimenticare.